Classe: Dicotyledonae
Famiglia: Asteraceae
Sottofamiglia: Asteroideae
Tribù: Heliantheae
Specie: Helianthus annuus L.
Francese: Soleil; Inglese: Sunflower; Spagnolo: Girasol, yerba de sol; Tedesco: Sonnenblumen
Origine e diffusione
Il Girasole è una pianta di origine americana: Perù secondo alcuni studiosi, Messico secondo altri. E' stata introdotta in Europa nei primi decenni del 1500 (soprattutto come pianta ornamentale), assumendo tuttavia una certa importanza come pianta oleifera soltanto nel Settecento. Dalla seconda metà dell'Ottocento ha avuto una notevole diffusione specialmente in Russia. Oggi è largamente coltivata a livello mondiale, tanto che attualmente si trova al secondo posto, dopo la soia, tra le piante produttrici di olio. In Italia è presente soprattutto nell'Italia centrale. Le attuali varietà selezionate danno acheni contenenti anche più del 45% di olio. Le forme coltivate dell'Helianthus annuus L. si suddividono in due gruppi: uno idoneo per la produzione di semi e per foraggio, comprendente piante monocefaloiche e con acheni grandi, e uno per la produzione di fiori ornamentali, caratterizzato da piante ramificate e policefale.
Fiore di Girasole - Helianthus annuus L. (foto Elena Nelli)
Caratteri botanici
Il Girasole è una pianta annua di grande sviluppo, con lunga radice fittonante su cui sono inserite le radici laterali. Il fusto può raggiungere notevoli altezze: nelle varietà da olio fino a 2 metri circa. Il culmo è eretto e solo a maturità si curva nella parte terminale per l'aumento del peso dell'infiorescenza. Sullo stelo sono inserite le foglie, ruvide su entrambe le facce, munite di un lungo picciolo e di forma diversa a seconda della posizione; sono opposte fino al 2°-3° paio, mentre in seguito sono alterne. Il culmo termina cn l'infiorescenza o calatide, le cui dimensioni sono molto variabili (in media 10-40 cm di diametro). Questa infiorescenza è caratterizzata, esternamente, da una corona di fiori sterili (con grandi ligule gialle che impropriamente sono considerate costituire la corolla) entro cui sono inseriti tutti gli altri, più piccoli, fertili, ermafroditi; il numero totale dei fiori varia da 500 a 3.000 fino a un massimo di 8.000 nelle varietà non da olio. I fiori schiudono in maniera scalare, con andamento centripeto. In seguito alla fecondazione si forma un frutto secco indeiscente, detto achenio (inesattamente chiamato seme), di dimensioni e forma variabili (1.000 semi pesano 60-90 grammi). L'olio contenuto nell'achenio rappresenta in media il 40-50% del peso del seme.
Caratteristico del Girasole è l'eliotropismo, cioè il fatto di seguire il movimento della luce durante il giorno; tale fenomeno, che riguarda l'infiorescenza durante la fase di sviluppo e le giovani foglie, cessa al sopraggiungere della fioritura, tanto che da questo momento in poi la maggior parte dei fiori rimane rivolta verso est sud-est.
Campo di Girasole - Helianthus annuus L. (foto Mario Giannone)
Esigenze ambientali e varietà
Nel ciclo (che può durare da un minimo di 85-95 giorni per le nuove varietà o i nuovi ibridi a 130-140 giorni, fino a un massimo di 180, per le vecchie popolazioni) si possono distinguere le seguenti fasi: germinazione, emergenza, formazione delle foglie, differenziazione dei bottoni fiorali, crescita attiva, fioritura, formazione e riempimento del seme e maturazione.
Pur essendo caratterizzata da un consumo idrico elevato, Il girasole riesce, in caso di carenza idrica, a sfruttare l'umidità degli strati profondi grazie al notevole sviluppo capillare dell'apparato radicale (fino a 1,5-2 metri). Il girasole è tipica pianta da rinnovo adatta alla coltura asciutta, nei terreni dotati di una buona capacità idrica e lavorati profondamente delle regioni centrali dove la piovosità estiva è irregolare ma ha una certa consistenza. nelle regioni meridionali, troppo aride, il girasole può essere coltivato solo con il sussidio dell'irrigazione. Tollera sia le basse che le alte temperature.
Per quanto riguarda il terreno, sono da evitare quelli troppo sciolti perchè incapaci di trattenere l'acqua, e quelli troppo pesanti, specie se mal preparati e privi di struttura. Il pH deve essere intorno a 6-7,2.
Le varietà e gli ibridi disponibili oggi sul mercato sono diversi e vengono suddivisi, in funzione della durata del ciclo biologico, in precoci, medi e tardivi.
Tecnica colturale
Tipica pianta da rinnovo, è un ottimo preparatore del frumento. Ha un ciclo primaverile-estivo molto breve e lascia il terreno in buone condizioni di fertilità grazie agli abbondanti residui colturali. Una volta sviluppata, ha una notevole capacità di soffocare le infestanti. Tra una coltura e l'altra è consigliabile lasciare un intervallo di 6-7 anni. Al centro-sud è possibile impiegare il girasole come coltura intercalare (con irrigazione). Vista la limitata capacità di penetrazione delle radici, è necessaria una aratura (in genere in estate) a notevole profondità (50-60 cm) o una lavorazione a due strati. Il terreno nei primi 6-8 cm dovrà essere ben amminutato.
In Italia la semina viene effettuata nella prima metà di aprile al Nord, verso la fine di marzo al Centro e non oltre la metà di marzo al Sud. La semina viene fatta a file distanti 60-70 cm, con seminatrice di precisione, curando la distanza di semina in modo da avere senza diradamento 4 piante a metro quadrato (4-6 kg/ha).
Il girasole risulta esigente in N, poco in P e molto in K. Dopo la germinazione può rendersi utile la sarchiatura. Per la lotta alle infestanti si ricorre generalmente al diserbo, che può essere anticipato (inverno), in presemina, in pre-emergenza o in post-emergenza.
Raccolta e utilizzazione
La raccolta inizia quando si verifica la caduta spontanea degli involcri fiorali portati dal frutto, il viraggio al bruno della calatide e la completa secchezza delle foglie basali e di parte di quelle mediane. Vengono utilizzate le mietitrebbiatrici da frumento opportunamente modificate. Una buona produzione di acheni si aggira intorno a 20-25 quintali ad ettaro; in condizioni molto favorevoli di può arrivare a 35-40 quintali.
Da 100 kg di semi di girasole si ottengono 35-40 kg di olio, con un buon valore alimentare, una buona conservabilità e stabilità. Dall'estrazione dell'olio si ha come residuato un panello molto ricco di proteine che viene impiegato nell'alimentazione zootecnica.
Semi di Girasole (foto www.agraria.org)
Avversità e parassiti
La grandine può causare danni notevoli durante tutto l'arco del ciclo vegetativo determinando malformazioni al fusto, lacerazioni alle foglie e la caduta dei semi a maturità. Importanti anche le perdite di produzione, specie al Sud, per siccità.
Molte sono le micosi che possono danneggiare il girasole, tra cui: la peronospora (Plasmopara helianthi), il marciume carbonchioso dello stelo (Sclerotium bataticola sin. Macrophomina faseolina), il marciume dello stelo e della calatide (Sclerotinia sclerotiorum), la ruggine (Puccinia helianthi), la maculatura fogliare (Alternaria alternata), la muffa grigia (Botrytis spp.), l'oidio (Erysiphe cichoracearum) e il marciume della calatide (Erwinia carotovora var. carotovora).
Gli insetti non si dimostrano particolarmente dannosi per il girasole; quelli di una certa importanza sono gli elateridi (Agriotes spp.), gli agrotidi (Agrotis spp.), i collemboli (Sminthurus viridis) e il lepidottero geometride Gymnoscelis pumilata. Gli uccelli possono provocare discreti danni alla coltura, specialmente durante la fase di maturazione.
Informazioni sulla pianta: https://www.agraria.org/coltivazionierbacee/girasole.htm
(fonte: agraria.org)